Ciao a tutti e bentornati con l’articolo settimanale sulla trasformazione “Insurance to Insurtech”. Oggi voglio parlarvi di come un recente studio di KPMG abbia prospettato la riduzione del business assicurativo nel settore automotive di circa 137 Miliardi di dollari entro il 2050. La cosa ancora più interessante è che appena due anni fa le stime in termini economici erano le stesse, ma per 10 anni più avanti. Quindi è evidente che qualcosa sta cambiando anche nel leggere ed interpretare i dati nel lungo periodo.
Questo fenomeno è piuttosto conosciuto e si chiama legge di Moore, è una legge informatica espressa per la prima volta da Gordon Moore (fondatore di Intel) che recita questo:
“La complessità di un microcircuito, misurata ad esempio tramite il numero di transistor per chip, raddoppia ogni 18 mesi (e quadruplica quindi ogni 3 anni)“.
L’esponenzialità di questo fenomeno è stato dimostrato come possa essere estesa, più in generale, a tutto il settore delle tecnologie. In definitiva è stato osservato come ogni 18 mesi raddoppi la capacità di calcolo, ciò significa che la stessa tecnologia oggi è disponibile solo per alcuni, tra pochi anni lo sarà per la massa.
Implicazioni nel settore Assicurazioni
La legge di Moore ci porta a capire come mai le stime sui dati fatte da KPMG appena due anni fa, sull’impatto della guida autonoma nel settore automotive, adesso non valgano più. Infatti c’è da aspettarsi, sempre secondo la legge di Moore, che tra pochi anni le stime siano ancora diverse, con tempi più stretti e impatti maggiori sul mercato.
Se oggi pensiamo alla guida autonoma, ad alcuni potrà sembrare un’utopia solo perchè ancora non è disponibile per tutti e quindi non tangibile per la “massa”. A tal proposito mi vengono in mente la tecnologie disponibili sulle auto tedesche; alcuni anni fa potevamo trovare l’assistenza alla frenata solo su automobili di alta fascia (Es. mercedes S-Class), adesso invece è disponibile di serie su modelli entry level (Es. Vw Polo). Quello che fino a poco tempo fa poteva sembrare riservato ad un’elite, adesso non lo è più.
Allo stesso modo per capire quanto la guida autonoma stia per diventare una realtà, basta che osserviamo quante siano le società che hanno avuto il permesso dallo stato della California, per sperimentare sulle proprie strade la tecnologia della guida autonoma. Vi stupirete nel leggere che non sono solo Google, Uber e Apple...
Qualche dato analizzato
Si prevede, sempre in via minorativa e tenendo conto della legge di Moore, che i mezzi driverless porteranno ad una diminuzione degli incidenti su strada fino al 90% entro il 2050.
Questo perché le nuove tecnologie stanno già acquisendo ogni giorno centinaia di migliaia di km di dati su “come la gente guida” e stanno implementando i loro modelli di analisi predittiva del comportamento degli utenti al volante (solo Tesla ha dichiarato di aver già acquisito dati su 47 milioni di km). Poi aggiungiamoci che aumenterà il numero di automobili a guida autonoma in circolazione e il dato osservato ci risulta presto plausibile.
Si può prevedere che entro il 2024 circa la metà dei viaggi in auto sarà effettuato attraverso servizi auto “on-demand”
Per capire meglio questo dato potremmo analizzare il sempre crescente trend del car sharing; se prendiamo ad esempio la città di Milano, vediamo come questo fenomeno ha iniziato a prendere piede anche verso altri tipi di clienti, più esigenti se volessimo categorizzarli. Infatti il servizio “DriveNow”, viene offerto attraverso auto di categoria superiore rispetto a quelle che eravamo abituati con “enjoy” e “car two go”. E’ palese e sotto gli occhi di tutti come stia crescendo l’offerta per servizi di questo tipo, anche per fette di mercato non ancora servite.
I rischi cambiano
In questo settore, ed in particolare nel ramo automotive, abbiamo capito come le assicurazioni saranno sempre meno legate alla singola persona (guidatore), ma sempre più fornite come servizio già compreso nel mezzo.
Con l’avvento di questi nuovi modelli di business, non potevamo aspettarci che il mondo delle assicurazioni potesse rimanere invariato sia in termini di processi, ma soprattutto di prodotti offerti. Infatti quello che viene richiesto oggi è l’essere in grado di adattarsi velocemente al cambiamento, fornendo soluzioni innovative che siano in grado di rispondere ad un bisogno emergente, il quale magari non esisteva fino a pochissimo tempo fa.
Conclusioni
Il metodo lean startup sembra un valido alleato in questo caso, soprattutto adesso che come si diceva sopra c’è la necessità di adattarsi e cambiare velocemente, non ci si può più permettere di uscire con un prodotto “perfetto”, ma al contrario bisogna portarlo davanti al customer il prima possibile ed eseguire continui test e implementazioni per migliorarlo secondo le esigenze di un cliente in continuo cambiamento.
Diventare Insurtech Manager è anche questo, plasmare il proprio know-how con le nuove metodologie e le nuove tecniche di management, magari “estrapolandole” da chi già le utilizza con successo in altri ambiti, come lo sviluppo software per esempio.
Voglio lasciarvi con una frase che mi è rimasta impressa; fa parte di un libro molto bello che si dice che sia uno dei più antichi mai scritti (Sun Tzu, l’Arte della Guerra), penso che in questo caso possa portarci a riflettere sull’approccio da avere verso il cambiamento:
“Tutti possono vedere le mie tattiche, ma nessuno può conoscere la mia strategia”
Sun Tzu
A presto! Ciao!