Come un'Azienda può utilizzare Whatsapp per realizzare campagne di marketing
Il mondo può essere suddiviso in buoni e cattivi, ma anche in sostenitori e oppositori del whatsapp marketing.
E non si tratta di entrare nel merito delle capacità dell’app di messaggistica instantanea di raggiungere il proprio target, quanto della liceità dell’utilizzo dello strumento per campagne di marketing.
Qual è la verità?
Come spesso accade, la verità sta nel mezzo:
- per un verso, è certamente vero che Whatsapp non è un’app nata per aiutare le Aziende ad entrare in contatto con gli utenti;
- per altro verso, è difficile per ogni Azienda che conosce le potenzialità del digital marketing, riuscire ad ignorare che Whatsapp è uno dei maggiori leader tra le applicazioni di instant messaging, con i suoi 1,3 miliardi di utenti attivi mensilmente in tutto il mondo.
Fonte: https://blog.whatsapp.com/
Saper usare una piattaforma di messaggistica istantanea come Whatsapp può rivelarsi quindi molto utile per le Aziende, che cercano sempre nuovi modi per rimanere in contatto con i propri consumatori.
La domanda delle domande, quindi, è una: si può utilizzare Whatsapp a fini commerciali?
La risposta può essere rintracciata direttamente nella privacy policy dell’app.
Per chiarire il regolamento delle informazioni commerciali che intercorrono tra i suoi utenti e le Aziende, si stabilisce, infatti, che:
“Messaggi commerciali.
Consentiremo all'utente e a terzi, come le aziende, di comunicare tra di loro usando WhatsApp, ad esempio tramite informazioni su ordini, transazioni e appuntamenti, notifiche su consegne e spedizioni, aggiornamenti su prodotti e servizi, e marketing. Ad esempio, l'utente potrebbe ricevere informazioni sullo stato dei voli per un viaggio in programma, una ricevuta per un articolo che ha acquistato o una notifica relativa al momento in cui una consegna verrà effettuata. I messaggi che l’utente potrebbe ricevere contenenti marketing potrebbero includere un'offerta per qualcosa che potrebbe interessare. Non vogliamo che l’utente abbia una esperienza simile allo spam; come per tutti i messaggi, l'utente può gestire queste comunicazioni e noi rispetteremo le sue scelte”.
Attenzione, però, alle parole utilizzate.
Si tratta dell’invio di offerte commerciali “per qualcosa che potrebbe interessare [l’utente]”.
In altre parole, si fa riferimento all’azione di rimanere in contatto con i propri consumatori, non di “entrare in contatto con utenti nuovi, che non abbiano rilasciato preventivamente la propria autorizzazione ad essere contattati per fini commerciali utilizzando il numero di telefono.
All’interno del regolamento di Whatsapp, dunque, non c’è alcun esplicito divieto circa l’utilizzo dell’app per finalità di marketing, ma viene, al contrario, esplicitamente richiesto che ciò avvenga nel rispetto della volontà dell’utente.
Come si traduce tutto questo nella pratica?
Alle aziende è consentito compiere azioni di marketing tramite whatsapp, ma esclusivamente attraverso un’interazione umana, e non di un software.
Non è consentito quindi alle aziende usare un’API per inviare messaggi di marketing ai propri utenti. E non è difficile comprendere le motivazioni di questa decisione da parte dei suoi fondatori: WhatsApp non vuole inondare gli utenti con messaggi che non vogliono vedere. Il suo successo è costruito sulle conversazioni private, umane o di gruppo che siano.
Cosa è un’API?
API è l'acronimo di Application Programming Interface, cioè le interfacce aperte di un software, che consentono di espandere le funzionalità di un programma permettendo ad altri, diversi dallo sviluppatore del software stesso, di interagire con la piattaforma per estenderne funzioni e caratteristiche.
Finora l'unica soluzione possibile, dunque, è quella di acquistare una sim dedicata, installare Whatsapp e contattare gli utenti del proprio database che abbiano prestato il proprio consenso ad essere contattati per finalità di marketing.
Nulla di nuovo sotto il cielo, dunque: anche Whatsapp riconosce (e, del resto, non avrebbe potuto fare altrimenti), il diritto dell’utente di scegliere quali comunicazioni commerciali ricevere e su quali canali, nonché di cambiare idea nel tempo.
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