Le strategie di Mobile marketing che un manager dovrebbe conoscere

28/11/16 14.00 / Di Alberto Giusti

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Secondo le stime di Google le ricerche tramite dispositivi mobile (85.9 miliardi) hanno superato le ricerche effettuate tramite desktop (84 miliardi) nel 2015.

Il Mobile Marketing diventa quindi cruciale nelle strategie di business di un’azienda, che deve pianificare la strategia di presenza e comunicazione considerando i trend digitali per i prossimi anni.

In una recente intervista, il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dichiarato che se tornasse indietro, Facebook sarebbe solo mobile. Tale considerazione è in linea con la strategia adottata nell’acquisto di WhatsApp, celeberrima applicazione per la messaggistica istantanea è una delle app più popolari e scaricate al mondo, per la cifra record di circa 19 miliardi di dollari.

Sugli smartphone le persone vogliono cose differenti: facilità di accesso, capacità di controllo, esperienza d’uso.

Disporre di un sito ottimizzato per cellulari è fondamentale; inoltre, è necessaria una strategia multicanale per coinvolgere i consumatori sui vari percorsi che conducono all'acquisto. Le persone oggi si informano online (la maggior parte delle volte su mobile) prima di accedere ad un punto fisico dove poter vedere/provare i prodotti. Google ha chiamato il fenomeno ZMOT (Zero Moment Of Truth) contrapponendolo al First Moment Of Truth che è quando i consumatori vedono per la prima volta il prodotto a scaffale nel punto vendita e poi al Second Moment Of Truth che è quando ne fruiscono dopo averlo comprato.

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Com’è lo ZMOT della vostra tipologia prodotti/servizi?

Elon Musk, visionario imprenditore e creatore di Tesla e SpaceX (..e molto altro), sta pianificando di lanciare una costellazione di satelliti capace di fornire accesso ad Internet in tutte le zone del pianeta.

Possiamo quindi immaginare che il trend introdotto dagli smartphone è solo all’inizio. Infatti non solo gli uomini sono connessi online in modalità mobile. La nuova rivoluzione si chiama Internet of Thing (IoT), ovvero l’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le piante comunicano all'innaffiatoio quando è il momento di essere innaffiate, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. I campi di applicabilità sono molteplici: dalle applicazioni industriali (processi produttivi), alla logistica e all’infomobilità, fino all'efficienza energetica, all'assistenza remota e alla tutela ambientale.

Come usufruire e gestire tutte queste informazioni se non tramite mobile?

Ecco quindi che si delinea l’esigenza di digitalizzare le aziende, oltre che i paesi, in termini di tecnologia e competenze, per sfruttare adeguatamente i nuovi trend. Data l’esplosione del “power to the people” è necessario cambiare, rivoluzionare, il business model aziendale per assicurarsi una presenza e influenzare le decisioni di milioni di persone.

Avete capito che è fondamentale capire il fenomeno e iniziare con una corretta strategia mobile per la vostra attività. E poi?

Possiamo sintetizzare in 5 passi:

  1. Sviluppare una strategia mobile
  2. Creare una o più presenze mobile
  3. Raggiungere gli utenti mobile
  4. Utilizzare i dati a disposizione
  5. Testare periodicamente

Dopo aver analizzato il proprio settore (è diverso se vendete prodotti o servizi e se lo fate a livello locale o nazionale) e aver guardato cosa fanno i vostri competitor su mobile, alla luce di questi dati è necessario strutturare una corretta strategia. In seguito bisogna capire quali presenze strutturare. Fondamentale sapere che quando si effettua una ricerca su Google da mobile (in questo caso avviene sempre una ricerca “locale” dipendente dal luogo dove siete) o con il temine di una località all’interno delle keywords (es. “parrucchiere + nome di località”) i risultati che escono nella SERP (Search Engine Result Page) nella prima pagina del motore di ricerca sono i punti sulla mappa delle varie attività presenti, con i relativi giudizi da parte degli utenti.

I risultati sono differenti nel caso di “parrucchiere Lodi” o “hair salon San Francisco”, ma è solo dovuto a differenze culturali: è gratis essere presenti con la propria attività tramite il servizio Google My Business e chiedere ai propri utenti di dare un giudizio sulla nostra attività.

Viene naturale pensare che quello che oggi facciamo nella scelta degli hotel o dei ristoranti domani lo faremo per la scelta di qualsiasi attività locale, soprattutto perché è gratis. Naturalmente le presenze mobile possono essere di diverso tipo e un’altra domanda fondamentale è: sito mobile o app? La prima risposta che si può dare è: per quale obiettivo? Trovare nuovi clienti (meglio probabilmente la prima soluzione) o fidelizzare quelli esistenti (meglio forse la seconda)? In generale però questa scelta porta al terzo punto: come raggiungo i miei utenti? È fondamentale pensare a differenziare il messaggio e le funzionalità dalla versione desktop della mia presenza perché l’esperienza utente è differente e pensare ai canali attraverso i quali l’utente/cliente mi raggiungerà. Ad es. pensando a funzionalità click-to-call per dare supporto tramite gli operatori del mio call centre o click-to-download per far scaricare direttamente la mia app.

Alla luce delle attività effettuate è comunque fondamentale analizzare costantemente analizzare i dati del comportamento dei miei utenti con le mie presenze mobile, al fine di effettuare azioni correttive e continuare a testare nuove attività per vedere se le nuove strategie hanno performance migliori delle precedenti. Si potrebbe arrivare a scoprire che per la mia attività di vendita di caramelle è più efficiente fare product placement delle mie caramelle virtuali all’interno del casual game Candy Crush (circa un miliardo e mezzo di dollari di fatturato dalla vendita di virtual good all’interno del gioco lo scorso anno) al posto di far comparire i miei negozi fisici nella mappe di Google.

 

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Topics: Lead Generation e processi di vendita, Inbound Marketing

Alberto Giusti

Scritto da Alberto Giusti

Con 20 anni di esperienza in ambito Digital, dopo una laurea in ingegneria gestionale, ha fondato Guanxi, una società presente in UK, CH e IT che si occupa di Digital Strategy e che nel 2015 ha ricevuto il Google Award come preferred Partner in Italia.

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