Internet e la media impresa italiana
Finalmente l'hanno capito anche i manager della media impresa italiana (fino a 250 dipendenti e fino a 50 milioni di euro di fatturato). Hanno iniziato ad investire su internet buona parte del budget per generare nuovi clienti. Come è successo?
È la concomitanza di tre fattori.
Sento giá qualcuno obiettare: ma internet si può usare solo se lavori in un'azienda orientata al B2C (business to consumer), cioè verso il pubblico finale. In realtà ci sono alcuni luoghi comuni da screditate in relazione alle imprese orientate al B2B (business to business), come la maggior parte delle medie aziende italiane. Ne abbiamo già parlato in 3 MITI DA SFATARE SUL B2B. Internet serve soprattutto alle aziende B2B: è il solo canale governabile attraverso il quale trovare nuovi clienti oggi (il buon vecchio passaparola è di sicuro meglio, ma non è controllabile).
Bene. Ho capito. Devo iniziare ad utilizzare anche io questo strumento. Come posso fare? Un approccio metodologico operativo fin da subito che posso adottare è quello dei Digital Building Blocks (DBB). Questa strategia nasce da manager che l'hanno dedotta dai casi che hanno affrontato nella loro esperienza. innanzi tutto il primo "blocco":
Digital Analytics. Senza strutturare un piano di misurazione e degli obiettivi da raggiungere, meglio evitare pure di cominciare. Il "blocco" successivo si chiama Inbound Marketing (termine coniato da Brian Halligan, CEO di Hubspot, piattaforma software per gestire tutte le attività di una corretta strategia di internet marketing. Tramite questa tipologia di marketing si cerca di intercettare il prospect durante i vari step del suo customer journey, attraverso i contenuti più appropriati per farlo evolvere verso lo step successivo.
A questo punto le aziende si dividono in due cluster: lead generation (le medie aziende di cui parliamo si trovano praticamente tutte in questa tipologia) e e-commerce. Alcune aziende sviluppano prodotti finiti e possono pensare di venderli direttamente online, ma la maggior parte realizzano dei servizi o dei semi-lavorati per altre aziende. In questo caso (vendite complesse e ricche di informazione) il contatto si genera online tramite lead generation, ma in seguito l'acquisto viene realizzato tramite una interazione con forza vendita del fornitore e uno scambio assiduo di informazioni ed una trattativa commerciale (dove internet diventa solo più uno strumento di supporto).
Il "blocco" successivo permea in realtà tutto il processo di interazione con il cliente perchè è definito: User Experience. Consiste nell'esperienza di interazione del cliente con il brand, molto importante in caso di attivitá B2C, ma di sicuro fondamentale in ogni processo di vendita e gestione B2B.
L'ultimo "blocco" preso in considerazione dalla metodologia DBB è definito Iper personalizzazione: le moderne tecnologie permettono una relazione one to one con ogni prospect prima e cliente poi, in relazione alle sue esigenze specifiche, al suo percorso di acquisto e alle sue necessità di personalizzazione del servizio.
Ogni media impresa italiana orientata al B2B è consapevole di questo aspetto perchè sa che ogni processo di vendita complessa è un caso a sè, seppur con linee guida comuni. In questo caso la tecnologia permette solo di avere maggiori informaizoni sul prospect/cliente ed essere più reattivi rispetto ad eventuali competitor che dovessero essere in trattativa nello stesso momento.
Alberto Giusti