Il 2016, si sa, è stato l’anno per eccellenza dell’ecommerce: moltissimi brand di ogni dimensione, italiani e internazionali, hanno accettato la sfida della digital trasformation lanciandosi nel commercio online.
Sono nati così siti ecommerce proprietari e incrementata notevolmente le presenza di aziende e brand sui principali MarketPlace, come Amazon, Ebay e Alibaba. Il commercio si è “totalmente” spostato online e i negozi fisici hanno registrato un calo notevole nelle vendite, è inutile negarlo.
Esperti e ricercatori parlano di un’apocalisse del settore retail: moltissimi brand, soprattutto nel settore moda, hanno chiuso i propri negozi fisici, poiché non riescono a parlare la lingua del consumatore.
Che cosa sta succedendo al settore Retail?
Come detto nell’articolo precedente sui trend per il settore Retail, è in atto un profondo cambiamento della domanda e dell’offerta. Oggi, i bisogni del consumatore sono molto diversi rispetto al passato, devono essere analizzati e soddisfatti in tempo reale.
Gli utenti di Amazon, che possono definirsi oggi gli acquirenti online per antonomasia, si aspettano un servizio in tempi rapidi, il più possibile geolocalizzato e orientato a soddisfare le necessità più immediate.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire quali sono stati i processi che hanno determinato questo cambiamento.
Parliamo di Showrooming e Webrooming, due pratiche molto diffuse tra gli utenti online che hanno rivoluzionato i retailer di tutto il mondo.
Quello che ogni rivenditore deve tenere ben a mente però, è che ad oggi è quasi impossibile riuscire a fare una netta distinzione tra chi fa shoowrooming e un consumatore webrooming. Entrambi sono il risultato di un’esperienza unica e coesistono nello stesso consumatore, insieme (ovviamente) agli inseparabili smartphone.
Qual è quindi il futuro del commercio?
Le aziende devono essere in grado di creare un’esperienza dove online e offline e i diversi device si integrano costantemente. Molti negozi di eCommerce, alcuni dei quali nati esclusivamente online, stanno migrando offline.
Il futuro del commercio online sta nella trasformazione del business
e del negozio tradizionale.
Vediamo ad esempio Amazon Go: il negozio fisico e senza contanti di Amazon. Per acquistare i prodotti, il cliente deve mostrare un QR code all’ingresso. Una volta identificato dal sistema informatico, le telecamere nel negozio identificheranno i prodotti acquistati e il cliente riceverà a seguire la fattura, dal proprio account Amazon.
La crescita della vendita online non vuol dire la fine dei negozi tradizionali:
nasce lo Unified Commerce
Ci siamo abituati a sentire spesso parlare di strategie multicanale, cross channel e poi Omnichannel. Arriviamo oggi allo sviluppo di nuovi scenari e nuovi modelli di business.
Come afferma Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, “comincia una nuova fase che si definisce e-commerce conversazionale, in cui l’offerta di acquisto supera le suddivisioni tra fisico e virtuale”.
Che cosa devono fare i retail per sviluppare l’Unfied Commerce?
Diventa fondamentale per ogni retailer dotarsi di una piattaforma centralizzata in cui far convergere tutti i canali, raccogliere i dati dei consumatori e analizzarli in tempo reale.
Nel nuovo paradigma economico, insomma, sono le tecnologie e le piattaforme a farla da padrone. La chiave per il successo però, come in tutti i business, riguarda il saper analizzare e sfruttare i dati che si hanno a disposizione.