La creazione di asset digitali per attirare l’attenzione degli utenti online e portare traffico verso le nostre proprietà web può sfociare in un lavoro “poco utile”, se questi asset non vengono sfruttati a dovere. Nello specifico, gli asset che creiamo, quali landing page, articoli del blog, pagine del sito..., devono sempre (o quasi) contenere uno strumento indispensabile: le Call to Action (CTA).
La Call to Action, letteralmente “chiamata all’azione”, può essere un bottone, un’immagine o una stringa di testo cliccabile, inserita all’interno di una pagina web, che invita l’utente a compiere un’azione ben chiara e specifica. In questo modo, dopo aver attirato l’utente sulle nostre proprietà web, sarà possibile invitarlo a compiere un’azione specifica, in linea con la fase del buyer journey in cui si trova.
Una chiamata all’azione è una “chiave di volta”, che permette di fare atterrare gli utenti su pagine specifiche, e invitarli a compiere azioni mirate e precise.
Immagina il seguente percorso: l’utente effettua una ricerca su Google, digitando “viaggi in Oriente” e atterra organicamente su un nostro articolo del blog che parla di viaggi in Oriente, alla fine dell’articolo clicca una Call to Action con scritto “Scarica la mini guida sui 10 migliori itinerari in Oriente”; cliccando, atterra su una landing page, in cui trova un form di contatto, lascia i suoi dati e scarica la mini guida. In questo modo, l’utente è soddisfatto perché trova esattamente ciò che sta cercando, e noi abbiamo acquisito informazioni sulla sua persona.
Le Call to Action non sono altro che frasi testuali, o inserite all’interno di creatività grafiche, che invitano l’utente a compiere un’azione.
Considerando la pigrizia e la scarsa attenzione degli utenti internet, l’invito all’azione deve essere diretto, chiaro e conciso: chi legge non deve avere il minimo dubbio su quali saranno le conseguenze nel cliccare l’invitante bottone.
In particolare, il testo dovrebbe contenere un verbo al modo imperativo, accompagnato da un oggetto che rende chiaro l’obiettivo dell’azione, ad esempio “Scarica la brochure”, “Prenota subito il tuo posto”, “Iscriviti al corso”, “Guarda il webinar”, “Acquista il tuo biglietto”. È preferibile, al contrario, evitare l’utilizzo di aggettivi o rendere il testo troppo pomposo, per non appesantirlo e renderlo meno intuitivo e diretto per l’utente.
Come non esiste la ricetta per una strategia di inbound marketing perfetta, allo stesso modo non esiste la posizione perfetta per una Call to Action all’interno di una pagina.
Quello che sappiamo (lo dicono i dati) è che per gli utenti online vale l’effetto Primacy e Recency: il lettore presta maggiore attenzione agli elementi che si trovano all’inizio e alla fine di un contenuto. Per questo motivo, due buone posizioni per inserire le CTA sono la parte iniziale e la parte finale della pagina.
Nel caso del blog, è anche possibile sfruttare la side bar per inserire gli inviti all’azione.
Nulla però vieta di inserirli anche nella parte centrale del contenuto: testa ciò che più piace al tuo lettore e sbizzarrisciti.
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Per creare chiamate all’azione che attirino realmente l’attenzione dei tuoi utenti, in primo luogo assicurati che l’invito all’azione sia chiaro e diretto. In secondo luogo, fai attenzione che il bottone, l’immagine o il testo cliccabile rispetti le seguenti caratteristiche:
All’interno di una stessa pagina, è importante non inserire troppe CTA che invitano a compiere la stessa azione, né tanto meno, che invitano a compiere azioni diverse. Non trascurare mai l’importanza della coerenza tra: la fase del buyer journey in cui si trova l’utente che deve cliccare il bottone, la pagina in cui si trova il bottone, il testo di invito all’azione e l’azione vera e propria che l’utente può compiere dopo aver cliccato la CTA.
Gli inviti all’azione rientrano sicuramente tra i must have tool digitali, sei ancora convinto di poterne fare a meno?