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Crowdfunding: uno strumento per il manager nell’era digitale

Scritto da Alberto Giusti | 19/09/17 11.04

NO. Non è una moda passeggera. È un fenomeno destinato a durare se diamo ragione ai numeri (e i numeri hanno sempre ragione come ogni buon manager ha imparato spesso a proprie spese).  Il mercato del crowdfunding è in assoluta esplosione. Si stima una raccolta di $34,4 mld nel 2015, ma il fatto interessante è che sta continuando a più che raddoppiare ogni anno. La crescita è stimata essere stata del 112% nel 2015 e sembra che sia accaduto lo stesso nel 2016.

Ma perché dovrebbe interessare a me che sono un manager di un settore tradizionale?

Nella parola crowd-funding tutti si concentrano sul termine «funding», mentre il maggior valore aggiunto si ha dalla «crowd», la folla, tutti coloro che sono esterni all’organizzazione e che possono essere raggiunti dalla campagna.

I finanziatori della campagna agiscono per diverse motivazioni.

  • La possibilità di ricevere una ricompensa, che sia monetaria o prodotto finito, spinge i backer (soggetti che finanziano) a partecipare. In particolare molti potrebbero essere spinti dal desiderio di possedere una copia esclusiva del prodotto o averla prima che venga messa in commercio oppure nel diventare soci.
  • Supportare gli ideatori o le cause. Un finanziatore è più portato a sostenere anche economicamente i progetti e gli ideatori nei quali si riconosce e le cause vicine ai propri  valori.
  • Contribuire a una community creativa e affidabile, i backer partecipano alla campagna di finanziamento allo scopo di entrare a far parte di una community. Da questo punto di vista, il semplice fatto di essere parte di una community costituisce uno stimolo sufficiente a contribuire finanziariamente allo sviluppo di un’idea imprenditoriale.

Quindi il beneficio maggiore che si ha è nella creazione di una community di early adopter del mio prodotto/servizio. Il coinvolgimento del finanziatore non si conclude con la transazione finanziaria, ma si protrae lungo tutta la vita del progetto. Una folla che supporta non significa solo soldi.

Inoltre sono determinanti per la decisione dell’individuo le aspettative sul valore finanziario, sul valore funzionale così come sul valore sociale e quello emotivo. Per poter comprendere pienamente le motivazioni alla base dell’investimento tramite crowdfunding sarà quindi necessario indagare sui fattori economici, ma anche sociali e psicologici.

Una campagna di Crowdfunding nasce da un’idea; questa, se valida, dev’essere trasmessa a un pubblico specifico che possa amarla e sostenerla, fino a farla diventare un progetto. L’ideatore (nel tuo caso puoi essere proprio tu, il manager) deve informare chiaramente i suoi ascoltatori, fornendo i dettagli del progetto e spiegando come utilizzerà le risorse che sta chiedendo. È importante il coinvolgimento delle persone ed è quindi necessario che l’imprenditore si ponga in prima linea, mettendoci la faccia, per la presentazione del prodotto e lo sviluppo del progetto.

Tutto il meccanismo si basa sulla fiducia che si riesce a trasmettere. È fondamentale quindi coinvolgere da subito i soggetti che si fidano già di noi.

Almeno il 30% dell’importo raccolto sarà versato da family&friends, ed è opportuno che avvenga nei primi momenti di inizio della campagna: i successivi utenti saranno più propensi ad effettuare il loro pagamento se vedono che non sono i soli.

 

 

Innanzi tutto è importante chiarire gli obiettivi e valutare la fattibilità del progetto, indispensabile per la richiesta delle risorse finanziarie e per la definizione dei tempi e delle scadenze. Se sappiamo dove vogliamo arrivare possiamo stabilire la strada da percorrere, per questo motivo un secondo fattore da prendere in considerazione è la tipologia di piattaforma che vogliamo utilizzare, in funzione di dove possiamo trovare la «nostra» folla di early-adopter. Le abbiamo precedentemente definite senza però sottolineare come ognuna di loro si addica a situazioni diverse, motivo per il quale negli anni sono nate molte altre tipologie di piattaforme, ibridi tra le diverse soluzioni. È fondamentale che valutiamo quale risponda meglio alle nostre esigenze in funzione della tipologia di prodotto/servizio, ma soprattutto in funzione del target audience che aggrega. Gli altri progetti di crowdfunding, terminati con successo o meno, sono pubblici, quindi è fondamentale fare un’analisi di progetti che abbiano insistito su un target audience analogo: come sono andati? Cosa hanno fatto bene? Cosa hanno sbagliato?

Strettamente collegata a tale scelta si pone la decisione riguardo i reward da offrire agli investitori, questa è la prima motivazione per cui i backer effettueranno il pagamento.

Il Crowdfunding utilizza principalmente per la diffusione il web e i social media, è quindi necessario che alla base ci sia una strategia di comunicazione ben precisa. Gli influencer dovranno essere coinvolti dalla prima ora, ma bisognerà cercarli, contattarli e creare una relazione nei mesi precedenti. Bisognerà raccogliere un database di soggetti interessati, fare accordi con i media perché riprendano la notizia del lancio della campagna, avere novità da comunicare durante la campagna. Un vero e proprio piano di lancio di marketing, solo effettuato prima di avere il prodotto per cui con una serie di benefici ulteriori. Tali benefici, all’inizio appannaggio solo di startup e sognatori con una nuova idea, ora sono stati ben compresi anche dalle aziende tradizionali che stanno iniziando a sfruttare il fenomeno.

E tu, hai mai pensato di utilizzare il crowdfunding per il lancio di un nuovo prodotto? Perchè non l’hai ancora fatto?

Ah già! Non lo conosci bene e hai paura di fare un flop. Nei prossimi articoli ti racconterò quali manager l’hanno già usato e quali risultati hanno ottenuto.

Intanto, clicca qui sotto se vuoi saperne di più sul Crowdfunding: